Sakalalina e Anosimparihy
Sakalalina
Un amore nato 10 anni fa.
L’area d’intervento è a Sakalalina, una città e comune del Madagascar situata nel distretto di Ihosy, regione di Ihorombe.
Il progetto ha come obiettivo la riforestazione di 130 ettari di terreno, incrementare le risorse acquifere, proteggere la novizia Foresta di Sakalalina e migliorare le condizioni di vita della popolazione locale.
Nascita del progetto e Obiettivi
Il progetto di riforestazione nasce nel 2011 grazie alla collaborazione di Foreste per Sempre ODV e l’Associazione Fides Onlus.
Gli obiettivi prevedevano:
- La riforestazione di 130 ettari di terreno per la protezione dell’ecosistema
- Tutela delle fonti d’acqua nel Comune di Sakalalina
- Sensibilizzazione e formazione degli abitanti, con costruzione di scuole e di un ospedale
Dopo 10 anni di intenso impegno, i risultati sono più che evidenti:
- Le piante sono cresciute, grazie alla manutenzione e al monitoraggio dei lavoratori del progetto, diventando un’area verde di grande valore e importanza per la popolazione locale. Diventando un luogo di ritrovo e di relax per le famiglie.
- Le fonti d’acqua sono state implementate e tutelate, creando un grande strumento per combattere la desertificazione e l’erosione del suolo.
- La Biodiversità sta rinascendo all’interno della Foresta di Sakalalina, molte specie sono tornate a ripopolare questa piccola oasi.
Ora il nostro piano è quello di continuare ad amare Sakalalina per altri 10 anni, vuoi aiutarci anche tu?
Anosimparihy
Un modo diverso di lavorare.
L’Associazione Madavelona si occupa della riforestazione di 3.500 ettari nel Comune di Anosimparihy, regione di Mananjary, e crea alternative economiche e sociali per la popolazione locale.
La situazione
La deforestazione in Madagascar è di grande preoccupazione in tutto il mondo. Ogni anno vengono distrutti 50.000 – 100.000 ettari di foresta, ormai il 75 % delle specie originarie del Madagascar sono scomparsi e stiamo assistendo ad un progressivo processo di desertificazione.
Pratiche agricole non sostenibili e il sovrasfruttamento del legno hanno portato alla perdita della maggior parte delle foreste malgascie primitive.
Questa attività purtroppo è sostenuta da un’economia poverissima, in cui la popolazione non può fare ricorso ad altre strategie per sopravvivere.
Per molti malgasci il tavy, cioè la tecnica che comporta l’incendio volontario di ettari ed ettari di foresta per utilizzi agricoli/di allevamento, è il metodo più conveniente per provvedere alle proprie famiglie. Tra queste persone, la cui sopravvivenza quotidiana è l’unica prospettiva, c’è davvero poca preoccupazione per le conseguenze ambientali delle proprie azioni. Dal loro punto di vista, finché c’è ancora della foresta a disposizione per essere tagliata, è meglio approfittarne prima che lo faccia qualcun altro.
Nella regione di Mananjary le cose hanno iniziato a cambiare.
Il progetto, seguito da Stefano Zacchi, sarà un approccio inclusivo per incoraggiare le persone ad alzarsi per la tutela del loro ambiente, creando alternative economiche sociali date da una piccola geniale idea: la riforestazione!
Obiettivi:
- Riforestazione in difesa della biodiversità malgascia
- Creazione di un’entità che produce reddito
- Creazione di un centro culturale da cui divulgare una nuova cultura, soprattutto per le generazioni più giovani.
La Riforestazione è solo il principio…
L’area da riforestare sarà la base per lo scopo ultimo di questo progetto: iniziare la comunità locale all’apicoltura. Questa scelta, è legata sia alla creazione di un’alternativa economica sostenibile per la popolazione e anche alla conseguente empatia e consapevolezza ambientale che ne deriva: l’apicoltore diventa il primo difensore ambientale.
La mancanza delle api non porta beneficio economico e le api sono legate alla presenza delle piante per produrre miele: da questa circolarità nascerà il naturale “bisogno”, nelle popolazioni, di preservare la natura.
Il deserto non si ferma, aiutaci a cambiare le cose!
Il Madagascar perde ogni anno più di 50.000 ettari di foreste per via dello sfruttamento intensivo e non sostenibile del suo territorio, l’apicoltura potrà rappresentare una valida alternativa sostenibile per innescare il cambiamento.