“How to survive in this world”, guida per tartarughe marine
Home » “How to survive in this world”, guida per tartarughe marine
- Sofia Magnani
Domenica 14 Luglio, la costa ionica calabrese è stata protagonista di una scoperta senza precedenti: i volontari del WWF hanno trovato le tracce di una tartaruga verde (Chelonia mydas) sulla spiaggia.
Un po’ di biologia
Ormai da oltre 100 milioni di anni, le tartarughe marine nuotano nei mari di tutto il mondo.
Questi affascinanti rettili marini hanno visto l’ascesa e la caduta dei dinosauri e sono sopravvissuti a numerosi cambiamenti climatici e geologici.
Perfettamente adattate alla vita acquatica, le loro zampe si sono trasformate in pinne, permettendo loro di nuotare con agilità. Pur avendo i polmoni e necessitando di respirare aria, possono rimanere sott’acqua per molte ore. La loro struttura corporea unica, con un carapace protettivo, ha contribuito alla loro longevità evolutiva.
Le tartarughe marine sono animali migratori con una spiccata “filopatria“, un termine che indica la tendenza a tornare in luoghi specifici per alimentarsi o riprodursi per tutta la vita.
In particolare, dopo essersi accoppiate, le femmine raggiungono il luogo perfetto per deporre le loro uova: la spiaggia dove sono nate.
Queste migrazioni possono coprire migliaia di chilometri, con alcune specie che viaggiano dai luoghi di alimentazione ai siti di nidificazione con impressionante precisione.
Le tartarughe verdi, per esempio, sono note per viaggiare da Brasile all’isola Ascensione nell’Atlantico per nidificare.
La riproduzione è l’unico legame che le tartarughe mantengono con la terraferma. Le femmine raggiungono la spiaggia e, una volta trovato il posto più adatto, scavano una buca profonda 40-50 cm dove depongono un centinaio di uova. Una volta ricoperto il nido, la madre ritorna in mare, abbandonandolo.
Dopo circa tre mesi, le uova si schiudono e i piccoli emergono. Percependo la differenza di temperatura della sabbia, scavano solo di notte, così da poter emergere e raggiungere il mare con il favore del buio. Guidati dalla luce della luna riflessa nell’acqua, si dirigono verso il mare, affrontando numerosi pericoli come predatori e ostacoli artificiali. I fortunati che riusciranno a sopravvivere vivranno lontano dalle coste per un periodo di 5-10 anni, cercando di sopravvivere.
Dopo questo periodo, iniziano ad avvicinarsi alle coste e a cambiare le loro abitudini alimentari, crescendo fino a raggiungere la maturità sessuale, che avviene tra i 20 e i 30 anni.
Tartarughe e cambiamenti climatici
Il ciclo di vita delle tartarughe marine è costellato di sfide.
Dall’inquinamento marino alla pesca accidentale, dalla distruzione degli habitat costieri al cambiamento climatico, molte sono le minacce che mettono a rischio la sopravvivenza di queste creature.
I cambiamenti climatici, in particolare, stanno incidendo molto nel loro ciclo vitale.
Per le tartarughe marine, come per molte altre specie animali, la temperatura gioca un ruolo essenziale nella sopravvivenza della specie.
La temperatura della sabbia in cui vengono deposte le uova determinerà il sesso dei nascituri, un fenomeno noto come determinazione del sesso dipendente dalla temperatura (TSD).
In generale:
- Temperature più basse (di solito inferiori a 29°C) tendono a produrre un maggior numero di maschi.
- Temperature più alte (di solito superiori a 30°C) tendono a produrre un maggior numero di femmine.
La determinazione del sesso dipendente dalla temperatura ha implicazioni significative per la conservazione delle tartarughe marine.
Il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature globali potrebbero alterare il rapporto tra maschi e femmine, con un eccesso di femmine e una carenza di maschi, mettendo a rischio la popolazione complessiva.
Per adattarsi a questi cambiamenti, le tartarughe marine stanno modificando i loro siti di nidificazione.
Un cambiamento enorme, rispetto al loro normale ciclo di vita.
Le femmine della Caretta caretta, la specie più comune nel Mediterraneo, stanno abbandonando le spiagge tradizionali per nidificare su spiagge più a nord, dove le temperature sono più favorevoli.
Sono stati trovati nidi in Lazio, Toscana, Liguria, perfino in Veneto.
Quest’anno, i volontari del WWF hanno trovato le tracce di un’altra specie, la tartaruga verde (Chelonia mydas), su una spiaggia calabrese.
Questo evento è straordinario perchè non sono mai stati accertati casi di nidificazione in Italia.
La tartaruga verde, sebbene sia presente nei mari tropicali e subtropicali e nel Mediterraneo orientale, è rarissima in Italia. Il Wwf sottolinea che le segnalazioni sono state appena un’ottantina negli ultimi quarant’anni; e mai, prima d’ora, mentre tentava di nidificare.
Per ora i volontari del Wwf non hanno trovato un nido, ma nei prossimi giorni ispezioneranno anche le zone limitrofe.
È lecito supporre quindi che la specie si stia spostando verso ovest, anche come conseguenza del fatto che le acque del Mare Nostrum stiano diventando sempre più calde.
Articoli recenti
“How to survive in this world”, guida per tartarughe marine
Planta Sapiens e il Wood Wide Web
Agroforestazione, questa nuova vecchissima idea